Scuro Chiaro

I dolci ibridi sono un mix perfetto: prendono il meglio dei sapori che conosciamo e li combinano con twist inaspettati, creando qualcosa di nuovo e irresistibile. Non si tratta solo di gusto, ma di un’esperienza completa che coinvolge i sensi, le emozioni e persino la cultura. In un mondo dove tutti cercano qualcosa di unico da assaggiare (e postare), questi dessert sono diventati vere star, grazie anche al loro look accattivante che spopola sui social.

Un esempio brillante nostrano? La Farmacia del Cambio di Torino. Qui la tradizione incontra la creatività, e i dolci non sono solo buoni da mangiare, ma anche belli da vedere. Ogni creazione è una piccola opera d’arte che invita a essere assaggiata, fotografata e condivisa. Ne è un esempio il successo smodato del loro croissant a forma di cubo, il Crubik, della Sfera, della pallina da tennis in occasione delle ATP Finals in terra sabauda e di tutte le novità stagionali che preparano, come la “Margherita Esotica”.

Dalla loro pagina Instagram:

“Insieme al già amato Cubo, rappresenta un progresso nella nostra costante ricerca di qualità ed eccellenza. Il progetto della Sfera ha richiesto oltre 7 mesi di ricerca e sviluppo per raggiungere la sua forma finale, la cui perfezione nella ricetta si esprime attraverso la sua forma. La struttura priva di lati, regala un’esperienza di gusto che si estende in ogni dettaglio: dalla sfogliatura alla lievitazione, fino alla farcitura di crema Gianduia.”

Immaginate questa scena: una fila che si snoda lungo il marciapiede, persone che chiacchierano animate, smartphone in mano pronti a scattare. Non stanno aspettando una celebrità, ma… un dolce. Succede a Torino in questi ultimi anni, ma è successo dall’altra parte dell’Oceano un bel po’ di tempo fa. È dal 2013, infatti, quando il Cronut – il leggendario incrocio tra croissant e donut – ha fatto il suo debutto a New York, che il mondo non riesce più a resistere a questi capolavori della pasticceria creativa. Da allora, i dolci ibridi sono diventati un fenomeno globale, con creazioni come i brookies (brownie + cookie) e i crookies, che quest’anno hanno spopolato su TikTok con migliaia di video di tentativi casalinghi.

Ma cosa rende così irresistibili queste invenzioni? La chiave del loro successo è giocare sul familiare, aggiungendo però un tocco sorprendente. I dolci ibridi sanno combinare nostalgia, novità e un’irresistibile voglia di condivisione. Mischiano texture, sapori e forme che sulla carta non dovrebbero funzionare insieme, ma che in realtà riescono a sorprendere e deliziare. Inoltre, si adattano perfettamente alla nostra evoluzione nel rapporto con il cibo. Oggi, molte persone preferiscono qualità a quantità, e i dessert ibridi sono percepiti come un piacere che vale le calorie.

E poi ci sono i social media. Instagram e TikTok hanno trasformato i dolci ibridi in vere e proprie star. Un cruffin perfettamente stratificato o una ciambella mochi con glassa dai colori vivaci non sono solo dolci: sono contenuti. Spesso più che il sapore, è l’esperienza a fare breccia: il piacere di essere parte di una tendenza, con la soddisfazione di postare la propria versione di un dessert virale.

In verità, le persone cercano non solo prezzi accessibili e instagrammabilità, ma anche un ritorno emotivo ed esperienziale. Ad esempio, spezie calde come cardamomo, curcuma e cannella – tipiche delle cucine sudasiatiche e mediorientali – stanno entrando nei dolci occidentali, come torte, muffin e brioche. Una brioche al cardamomo o una torta speziata alla curcuma sono reinterpretazioni moderne che aggiungono profondità ai classici.

I dolci ibridi raccontano una storia unica nel panorama culinario moderno, dove globalizzazione e localizzazione si intrecciano in modo armonioso. A volte possono addirittura permettere agli individui di connettersi sia con le proprie radici che con le loro aspirazioni. Il futuro della pasticceria è all’insegna della fusione: secondo Puratos, leader mondiale negli ingredienti per pasticceria e cioccolateria, l’unione di sapori, consistenze e formati provenienti da diverse tradizioni culinarie sarà una delle principali tendenze nei prossimi anni.

Alcuni esempi? I sandwich gelato-brioche al sesamo, i donut ispirati ai jalebi (un dolce fritto tipico del Sud Asia) o i brownie al cioccolato messicano con un pizzico di chili. Questi dolci non solo ridefiniscono i confini dell’arte dolciaria, ma catturano anche la curiosità e la voglia di sperimentazione. La migrazione e la multiculturalità hanno giocato un ruolo cruciale in questo cambiamento. Le comunità di immigrati hanno introdotto frutti, spezie e sapori mai visti prima nei dolci occidentali, ampliando gli orizzonti della pasticceria tradizionale.

A Los Angeles, Porto’s Bakery è un’istituzione cubano-americana che mescola pasticceria tradizionale, come gli strudel al guava e formaggio, con creazioni fusion come le empanadas all’ananas e i biscotti Dulce de Leche Besito. A Miami, invece, Azucar Ice Cream Company combina i sapori cubani con il gelato, creando dessert unici come l’Abuela Maria, fatto con guava, formaggio cremoso e biscotti. A Cambridge, nel Regno Unito, il Kanto Cafe and Bakery celebra la tradizione filippina con dolci come l’ensaymada (una brioche ricoperta di burro, zucchero, cheddar ed edam grattugiato) e l’ube pandesal (pane al taro viola ripieno di confettura di taro).

Tornando a Torino, Mara dei Boschi è un progetto multidisciplinare che unisce ricerca, design e artigianalità. Con i suoi laboratori dedicati al gelato, al cioccolato e agli specialty coffee, Mara dei Boschi punta a creare proposte di altissima qualità, combinando gusto, estetica e sperimentazione. Il progetto si distingue per la collaborazione con artisti, designer e creativi, alla ricerca di forme ed estetiche uniche che rendano ogni creazione un’opera d’arte. La filosofia alla base è quella della sottrazione: esaltare i sapori della natura senza aggiungere nulla di superfluo. Ogni nuova proposta nasce da un lavoro minuzioso e spesso lungo mesi, talvolta anni, per catturare ricordi, emozioni e sensazioni che si trasformano in esperienze gustative uniche.

Un esempio di come il cibo possa trasformarsi in un’esperienza concettuale arriva dalle sue praline, pensate come “pillole” con effetti immaginari, ispirate al lavoro dell’artista canadese Dana Wyse. Ogni pralina non è solo un’esplosione di sapori, ma anche un messaggio che invita a riflettere e interagire. L’idea è semplice ma geniale: leggere le istruzioni, scegliere di cosa si ha bisogno e lasciare che il gusto faccia il resto.

La pillola grigia: per chi vuole “capire le cose”. Due nocciole immerse nel gianduia, come due neuroni che si connettono creando sinapsi. La pillola blu: per i viaggiatori nel tempo. Un cioccolatino all’arachide che promette di donare superpoteri. La pillola gialla: per diventare più simpatici. Il caramello addolcisce, mentre il seme di papavero aggiunge un tocco hippy e spensierato. La pillola rossa: per le emergenze. Melissa rilassante e yuzu, un agrume asiatico usato come rimedio universale, si combinano per offrire sollievo immediato. La pillola nera: per chi non vuole mollare mai. Una carica naturale di energia grazie a cioccolato e caffè. La pillola rosa: per chi vuole “capire l’arte contemporanea”. Il caramello alla soia e il sesamo creano un equilibrio sorprendente e inaspettato. Questa pralina, creata in collaborazione con Artissima Art Fair, è un omaggio alla creatività e all’avanguardia.

Altrettanto interessante il loro progetto ispirato a My Gold is Yours dell’artista concettuale Piero Golia. È un esempio straordinario di come l’arte possa fondersi con la gastronomia. Si tratta una riproduzione in scala 1:125 del famoso cubo in cemento 2×2 metri presentato alla 55ª Biennale di Venezia. L’opera originale, creata dall’artista visionario, conteneva un chilo d’oro colato al suo interno, che i visitatori potevano rimuovere utilizzando un piccolo scalpello.

Mara dei Boschi ha trasformato questa installazione iconica in una creazione commestibile, riproducendola in edizione limitata con cioccolato, caffè della propria roastery a Barolo, mandorla e oro alimentare a 24 carati. L’aspetto estetico del cubo è stato fedelmente mantenuto, mentre il gusto è stato meticolosamente studiato insieme all’artista per rappresentarne il significato e l’essenza.

Questa reinterpretazione non solo celebra l’opera d’arte originale, ma dimostra come il cioccolato possa diventare un medium per esprimere concetti complessi, trasformando un’esperienza visiva in un viaggio sensoriale e gustativo

Insomma, che si tratti di un cookie con sapori sorprendenti o di un dolce che unisce culture diverse o di un cioccolatino artistico, i dolci ibridi non sono solo una tendenza: rappresentano un nuovo modo di vivere e condividere il cibo, dove ogni morso è un’opportunità per raccontare una storia.

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