Scuro Chiaro

Da un po’ di anni i reality show immobiliari prosperano grazie a una formula collaudata: abitazioni aspirazionali, presentate da agenti immobiliari ben vestiti le cui vicende personali si intrecciano con quelle dei potenziali acquirenti. Netflix e altre piattaforme hanno saputo intercettare il particolare momento culturale, consapevoli che il pubblico desidera non solo drammi e lusso, ma anche contenuti aspirazionali che parlino ai loro sogni e alle loro difficoltà.

Ma cosa succede quando questo fenomeno attraversa l’Atlantico e approda in Italia, dove programmi come Casa a prima vista (basato sul format francese Chasseur D’Appart (titolo internazionale Flat Hunters) stanno riscuotendo un successo crescente? L’Italia, con il suo legame culturale profondo con la casa come simbolo di stabilità e identità familiare, offre un contesto unico per analizzare il fascino di questo genere televisivo.

In Italia, il concetto di casa è intrinsecamente legato alla tradizione, alla famiglia e al territorio. Questo aspetto rende i programmi immobiliari particolarmente affascinanti per un pubblico che vede nella casa non solo un investimento economico, ma anche un’espressione della propria personalità e dei propri legami. Secondo un recente rapporto dell’ISTAT, oltre il 70% delle famiglie italiane possiede una casa di proprietà, una percentuale tra le più alte in Europa.

Nonostante ciò, come sappiamo, l’aumento dei costi immobiliari e le difficoltà economiche hanno reso il sogno di acquistare una casa sempre più difficile da realizzare per le giovani generazioni. Questo spiega perché programmi come Casa a prima vista, che raccontano il processo di scelta e acquisto di abitazioni, catturino l’attenzione del pubblico italiano: offrono una finestra su possibilità reali o fantastiche, alimentando sia la speranza che la curiosità.

In realtà, a differenza dei format americani, dove spesso prevalgono lusso estremo e drammi personali, le versioni italiane tendono a essere più sobrie e incentrate su valori come la funzionalità e il senso pratico. Tuttavia, anche in Italia, il fascino del lusso non manca: le puntate che mostrano ville nella campagna toscana o appartamenti esclusivi nelle grandi città attirano l’interesse di chi sogna una vita agiata.

L’attrattiva di questi programmi in Italia riflette anche un cambiamento nelle abitudini di consumo televisivo. Con la crescita delle piattaforme di streaming, gli spettatori cercano sempre più contenuti che possano intrattenere e ispirare, ma che siano anche rilevanti per il loro contesto culturale. Per questo, le produzioni italiane cercano di bilanciare elementi di evasione e realismo, mostrando case accessibili accanto a proprietà di lusso e raccontando storie che risuonano con l’esperienza comune degli spettatori.

Insomma, il successo di programmi come Casa a prima vista in Italia è un esempio di come un format internazionale possa essere adattato a una sensibilità locale, mantenendo il suo fascino universale. Attraverso la celebrazione del desiderio di casa – che sia un appartamento in città, una villetta al mare o una dimora immersa nella campagna – questi show continuano a incantare, offrendo un mix perfetto di sogno e realtà, di aspirazione e identificazione. E in un momento storico in cui il futuro appare incerto, il potere della televisione di evocare possibilità e promesse non è mai stato così forte.

Ma non è solo questione di quale immobile si vede sul piccolo schermo. Il fascino dei reality show immobiliari risiede tanto nei personaggi quanto nelle case stesse. All’estero star come Chrishell Strause di Selling Sunset e Mauricio Umansky di Buying Beverly Hills non sono semplici agenti immobiliari; sono personaggi che mescolano glamour, ambizione e una certa dose di empatia. Stesso discorso vale da noi per Gianluca Torre, Ida di Filippo e Mariana D’Amico su Milano – e Blasco Pulieri, Nadia Mayer e Corrado Sassu su Roma. Attraverso le loro storie, gli spettatori creano relazioni parasociali – ovvero connessioni unilaterali che sembrano profondamente personali (come accade quando seguiamo i VIP).

L’ascesa di queste icone improbabili segna un cambiamento nel panorama della cultura pop, che abbraccia sempre più figure alternative. La rottura con le convenzioni è diventata una moneta culturale, sfumando i confini tra il mondo della TV reality, un tempo considerato kitsch, e le nozioni contemporanee di stile e coolness.

Il fenomeno si inserisce in un trend più ampio, che abbraccia anche i programmi su accumulatori seriali o persone ultraricche. Tali format offrono un modo sicuro per esplorare questi estremi, permettendoci di confrontarci e anche di intrattenere le nostre paure, curiosità e convinzioni sulle norme sociali da una distanza di sicurezza. Questa fascinazione è legata a un bisogno psicologico di comprendere e categorizzare il mondo, anche se a volte il risultato può essere disagio o invidia.

Infine, oltre ai reality show immobiliari, l’interesse per il tema casa si manifesta anche in altri formati. Nel gaming, ad esempio, c’è l’espansione The Sims 4 For Rent permette alle persone di diventare proprietari immobiliari, dove possono vivere tra gli affittuari o risiedere in un lotto separato generando entrate dai loro investimenti immobiliari.

Consigli di lettura

Iscriviti alla nostra newsletter, qui!