“Le serie tv hanno determinato una nuova estetica nel terzo millennio, ma in un certo senso si può affermare che siano sempre esistite, fin dai telefilm trasmessi dalla televisione dei primordi.
Il fenomeno contemporaneo non ha una data di nascita precisa; tuttavia, si può considerare Twin Peaks – andata in onda sul canale statunitense ABC tra il 1990 e 1991 – l’inizio di una nuova tendenza. David Lynch firma una serie rivoluzionaria, difficile, onirica, talora incomprensibile, straordinariamente visiva, capace di unire cinema d’autore e di genere.
Ben diversa è invece la questione dell’atterraggio sul presente, in un mondo dove l’offerta è ipertrofica, ridondante e i supporti per la fruizione sono moltiplicati. Ma come la televisione commerciale non mandò in crisi la settima arte, così per le serie si può parlare ancora una volta di cinema geneticamente modificato, in un dialogo sempre più serrato tra linguaggi.”
Così introducono il tema della serialità Luca Beatrice e Luigi Mascheroni, curatori della mostra #SERIALMANIA Immaginari narrativi da Twin Peaks a Squid Game ospitata dal Museo Nazionale del Cinema di Torino fino al 24 febbraio 2025. Allestita nell’area di accoglienza della Mole Antonelliana, l’esposizione esplora i profondi legami, le influenze e le connessioni tra cinema e serie TV dagli anni ‘90 ad oggi, evidenziando come il cinema abbia dovuto affrontare trasformazioni radicali per adattarsi a un mezzo in continua evoluzione e crescita.
#SERIALMANIA rappresenta il primo progetto in Italia dedicato alle serie TV che stanno ridefinendo il modo di fruire il cinema, affiancandosi ai canali tradizionali. In questa nuova dimensione, il tempo narrativo si espande, le modalità di visione cambiano e i dispositivi e gli schermi si moltiplicano. Si tratta di una trasformazione epocale, considerata una delle espressioni più innovative dello spettacolo cinematografico, in costante dialogo con il tessuto sociale contemporaneo.
Il percorso espositivo della mostra intreccia una linea cronologica con una tematica, presentando una selezione di dodici serie iconiche: I segreti di Twin Peaks, Friends, Breaking Bad, House of Cards, E.R. Medici in prima linea, I Simpson, Sex and the City, The Crown, Il Trono di Spade, Squid Game, Romanzo Criminale e Mare Fuori. Ogni serie è rappresentativa di un genere e, tra le tante possibili, sono state scelte quelle che meglio si prestano a essere raccontate “fuori dallo schermo”, diventando oggetti tridimensionali capaci di suscitare nuove, a volte inaspettate, connessioni. Cinema e serie TV condividono i generi cinematografici, ma la serialità non è una semplice declinazione del cinema: rappresenta un contributo forte e innovativo che lo mantiene vitale e in continua trasformazione.
Lungo il percorso della mostra, tra inquadrature e sequenze, emergono numerosi riferimenti all’arte. Le fotografie delle periferie americane di Gregory Crewdson sembrano richiamare direttamente Twin Peaks, mentre Mario Schifano diventa una sorta di antieroe nella Roma degli anni ’70 di Romanzo Criminale. Le immagini della serie Car Poolers di Alejandro Cartagena evocano le disavventure di Breaking Bad. Non mancano citazioni esplicite: in Squid Game, ad esempio, i registi hanno preso ispirazione da un’opera di Escher degli anni ’50 per trasmettere visivamente l’angoscia di un futuro distopico. Scrivono Luca Beatrice e Luigi Mascheroni:
“Perché dunque una mostra sulle serie tv al Museo Nazionale del Cinema? Perché questo nuovo modo di produrre immagini si rapporta con il tessuto sociale del nostro tempo, dialogando con l’estetica contemporanea, in particolare con le arti visive. (…)
Non sono per forza le migliori o le più belle, ma sicuramente hanno rappresentato cambiamenti importanti nel modo di raccontare storie in tv. Sono, inoltre, intragenerazionali, non hanno un pubblico di riferimento ma pubblici di diverse fasce d’età e livello culturale.”