Scuro Chiaro

No, coping non significa copiare, ma far fronte. Adattarsi, e rispondere alle situazioni. In questi mesi di pandemia, nuovi e vecchi hobby creativi stanno dando una gran mano alle persone per lenire il vuoto lasciato dalle mancate occasioni di socializzazione e dallo stress crescente. Una ricerca di The Healthy Work Company ha messo in evidenza come nuovi interessi possono essere molto più vantaggiosi per il proprio benessere: il 41% delle persone che aveva intrapreso una nuova attività ha riportato un impatto positivo sulla propria salute mentale.

Il mondo dei media e dell’intrattenimento hanno influenzato molto le scelte degli hobby. Ad esempio, nei dieci giorni successivi all’uscita della serie Netflix The Queen’s Gambit (in Italia, La regina degli scacchi), le ricerche di “set di scacchi” su eBay sono aumentate del 273%, mentre le vendite sono aumentate del 215% tra ottobre e dicembre.

Inoltre, che sia stato panificare con il forno di casa o fare lunghe passeggiate in solitaria, rallentare il ritmo ci è servito come forma di consapevolezza.

La creatività come valida alternativa alla socialità

Come testimonia anche questo pezzo del Guardian, nell’ultimo anno la possibilità di coltivare almeno una passione creativa si è dimostrata una ricchezza inestimabile, sopperendo così alla mancanza di viaggi di piacere nonché degli scambi in ufficio. Vicki, di Belfast, ha dichiarato al giornale ad esempio che “ha dipinto ogni giorno durante il blocco come forma di terapia, oltre che come una grande attività di consapevolezza”. Un’attività manuale, che porta a non pensare a nient’altro se non a quello che si sta facendo. E il digitale, in tutto questo?

Per la Generazione Z il grande aiuto è arrivato da TikTok, ad esempio.
Ne avevamo parlato qui su Be Unsocial proprio qualche giorno fa…

La Rete come porta di accesso alla condivisione

La rapida diffusione di videocall su piattaforme come Meet, Teams e Zoom – nonché l’incremento dell’uso delle live su Instagram – ha consentito agli appassionati di condividere il proprio entusiasmo con una comunità più ampia, facilitando l’accesso a una gamma apparentemente infinita di lezioni e tutorial dal vivo. Queste modalità di interazione vis-à-vis hanno anche unito i familiari distanti con la scusa della condivisione di un hobby – come nel caso raccontato dal’Indipendent dove un bambino di sette anni e suo nonno hanno trovato nell’online un modo per combattere la solitudine giocando a scacchi su FaceTime.

Per chi volesse approfondire c’è un ottimo studio dell’UCL di Londra pubblicato qui.

La filosofia giapponese ikigai come approccio di vita

Gli hobby tendono a incarnare i valori delle persone e, per alcuni, possono diventare un vero e proprio scopo di vita o addirittura la propria carriera. Un dato utile da considerare, questo, in un momento in cui le persone cercano uno scopo diverso o stanno rivalutando la propria carriera di fronte a una recessione indotta dalla pandemia: sta emergendo l’economia… della passione. Già, perché la possibilità di guadagnarsi da vivere grazie alle capacità creative non è più un’utopia, e le piattaforme digitali consentono alle persone di guadagnarsi da vivere mettendo in evidenza la propria individualità.

In questo contesto è interessante l’approccio giapponese ikigai, che incoraggia a guardare in cosa siamo bravi, cosa amiamo fare, cosa ci sta a cuore; è l’equivalente di espressioni italiane come “la ragione di vita”, “la ragione per svegliarsi al mattino”. Questi i cinque pilastri:

Iniziare in piccolo
Dimenticarsi di sè
Armonia e sostenibilità
Gioia per le piccole cose
Essere nel qui ed ora

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