Wealth Management: prendersi cura delle proprie finanze oggi

Non serve essere esperti di indici azionari per capire in che modo l’economia globale sta ondeggiando tra alti e bassi per via della pandemia che si è innescata a inizio 2020. Anche nel nostro Paese, i segnali di incertezza finanziaria si sono fatti sentire già durante il primo lockdown, tra saracinesche abbassate e quartieri deserti – e in qualche misura lo spettro di rivivere una situazione analoga è dietro l’angolo. Ogni nazione ha cercato in questi mesi di fare fronte a incertezza, disoccupazione e frustrazione, attraverso incentivi, bonus e manovre finanziarie, ma è certo che rimane ben stabile un insight emozionale che ci unisce un po’ tutti: l’ansia per il futuro.

Tutto questo non stupisce. Come riporta l’interessante ricerca TheValue Shift. The consumer drivers and recession-proof strategies for a post-pandemic world pubblicata a fine settembre dalla società WGSN, è chiaro che si tratta dell’arrivo di una significativa recessione, che interessa mercati mondiali e consumatori a tutti i livelli, anche quelli di fascia più alta, che hanno oggi bisogno di più sostegno e ascolto da parte di chi può supportarli nelle scelte e nell’educazione finanziaria.

Guardando oltreoceano, un recente sondaggio di Time / NextAdvisor ha rilevato che il 51% degli americani sta vivendo proprio l’ansia finanziaria; un rapporto dell’aprile 2020 di Nanos per la Commissione per la salute mentale del Canada ha scoperto che il 40% dei canadesi considera “mantenere l’economia sana” come il fattore più importante per la salvaguardia della salute mentale tra un anno. E guardando verso est, uno studio di Kantar ha rilevato che il 60% delle persone in tutta l’Asia è preoccupato per la propria sicurezza finanziaria, rispetto a un 46% preoccupato per il proprio benessere fisico.

In questo contesto, nel suo documento WGSN ha analizzato il cambiamento valoriale riguardo alle nostre relazioni con ciò per cui spendiamo. Nel 2016, avevano previsto uno spostamento principale verso gli acquisti che avessero “uno scopo”, un senso, rispetto a quelli che semplicemente rappresentavano una novità. Questo aspetto oggi è accellerato proprio dall’ansia rispetto alle proprie finanze, poiché le persone mettono in rapporto il valore monetario con la longevità dei propri acquisti. Dunque, sebbene il valore sia tradizionalmente incentrato sul costo di un prodotto, ora riguarda il suo significato. Cosa significa nella nostra vita di persone.

Lo sappiamo bene. Il Covid-19 ha paralizzato interi settori, portando così a ragionare sulle finanze future. Alcune persone stanno usando questi mesi non solo per rivalutare le proprie abitudini di spesa, ma anche per imparare a gestire meglio il proprio “benessere” finanziario. Anche per i giovanissimi e per i lavoratori più precari. Ad esempio, Fundi consente ai creatori di contenuti di monetizzare i propri format in live streaming su piattaforme di gaming come Twitch; mentre nel Regno Unito Chip è un bot di risparmio che aiuta gli utenti a creare un cuscino finanziario di emergenza. Su YouTube sono nati fenomeni influencer come la signorina Dow Jones che offre consulenze “casalinghe” attraverso i social media.

Sia prima che durante l’emergenza sanitaria, le generazioni più adulte invece hanno deciso di rivolgersi a consulenti e strutture che potessero permetter loro di sviluppare una alfabetizzazione finanziaria. Soprattutto alla fascia alta della Generazione X. Questo desiderio di avere più consapevolezza è in parte dovuto a un riconoscimento che il benessere finanziario può aumentare il benessere generale, inteso proprio dal punto di vista psicofisico.

Sul tema del benessere finanziario abbiamo fatto due chiacchiere nei giorni scorsi con Giuseppina Serio, private banker di Banca Widiba sulle abitudini dei suoi clienti – in questo caso di fascia alta – e su quali sono le aspettative in questa nuova fase di emergenza sanitaria. C’è chi infatti, per ragioni patrimoniali, necessita di una consulenza evoluta, in cui personalizzazione, protezione e riservatezza sono al primo posto. Siamo partiti, innanzitutto, dalla definizione di “benessere” in questa area.

Che significato assume la parola benessere quando si parla di finanze?

A mio avviso, in realtà la parola “benessere” in finanza assume un significato ben differente a seconda se trattasi di Cliente Affluent o Private. Ecco la differenza. Nel primo caso interessa soprattutto il soddisfacimento dei bisogni economici più diffusi (monitoraggio del rischio, necessità sia di onorare le spese ricorrenti, sia di finanziare gli obiettivi futuri, etc). Nel secondo caso il cliente, persona spesso evoluta e decisionista, non trascura ovviamente i bisogni sopra elencati, tuttavia, trae comunque un vero e proprio “benessere” nel momento in cui ben comprende le dinamiche del portafoglio sottoscritto e ha il “controllo della situazione” e, infine, interagisce nelle scelte d’investimento.  Il risultato è tanto più efficace quanto maggiore è stato l’investimento in educazione finanziaria del consulente.

Più in generale, che cosa è il wealth management? In Italia è una cultura diffusa?

A me piace presentarla come la consulenza “su misura” finalizzata a dare una risposta concreta alle numerose esigenze dei clienti Prime. Il consulente è chiamato a gestire i numerosi bisogni sia presenti e futuri, sia personali e familiari. In sintesi, è un tipo di consulenza “complessa” che combina quella degli investimenti, con quella familiare, legale, fiscale e immobiliare. Lo strumento?  Una attenta e articolata pianificazione patrimoniale.

Il consulente la deve realizzare avvalendosi di validi, corretti e organizzati specialisti dei vari campi, accuratamente selezionati. Parliamo, ad esempio, di pianificazione fiscale, di passaggio generazionale, di rendicontazione aggregata del patrimonio, di monitoraggio degli investimenti, di lifestyle, e così via.

Non so dire se in Italia sia una cultura diffusa, se ne parla molto, ma purtroppo noto che frequentemente viene erogata solo consulenza sugli investimenti, oppure si tende solo a “collocare” altri servizi non personalizzati.

Quali caratteristiche hanno le persone che potrebbero trarre beneficio da Widiba Prime?

Sono portatori di diversi bisogni eterogenei – numerosi di questi, non emersi – che con Widiba Prime intercettiamo e offriamo; sono persone che apprezzano le sedute di educazione finanziaria sia per “mettere a fuoco” meglio i propri obiettivi futuri, sia per appropriarsi delle dinamiche cicliche del portafoglio sottoscritto. Inoltre, amano una reportistica frequente e omnicomprensiva e soprattutto se preceduti da una pagina sintetica scritta con carattere adeguato, essendo prevalentemente sopra i 50 anni.

È di loro gradimento il monitoraggio e l’aggiornamento del portafoglio con nuovi strumenti più efficienti messi a disposizione. Ancora più importante: desiderano essere contattati tempestivamente, entrare subito in dialogo quando ne hanno necessità. Nello specifico della mia area, tra i servizi più richiesti ci sono l’assistenza alla successione, l’orientamento alla scelta universitaria e l’educazione finanziaria riservata ai figli.

In questa nuova fase dell’emergenza sanitaria, che cosa si aspettano le persone?

Abbiamo potuto sperimentare già a febbraio cosa cercavano i clienti. Ad esempio, comprendere immediatamente gli impatti della pandemia sui loro risparmi. Quasi tutti ci hanno richiesto se fosse opportuno ridurre il rischio di portafoglio. E ancora, molti senior per prudenza hanno ridimensionato eventuali investimenti immobiliari. Si aspettano, soprattutto, di essere ascoltati. E noi lo facciamo da sempre.

Già. Mettersi in ascolto è proprio la chiave.

Il discorso sul benessere finanziario, come anticipavamo, non riguarda solo i Baby Boomer. Le generazioni Y e X (ve ne avevamo parlato qui qualche mese fa, ricordate?) ora rappresentano i gruppi demografici più in forza nel mondo del lavoro, anche se il ritardo riguardo la proprietà di una casa, il matrimonio e il primo figlio rende più complesso pianificare spese e risparmi.

In particolare, il tratto più comunemente associato ai Millennial è l’impulsività nello spendere i propri soldi, influenzati fortemente da tendenze del momento ed estetiche. Ma la loro incertezza economica non è dovuta solo a questo, piuttosto a stipendi che si riducono o entrate che spariscono, nonché a costi della vita che aumentano. La vera frustrazione nasce proprio perché diventa estenuante pensare al lato finanziario, non fidandosi più delle banche tradizionali in mattone e calce. E allora è proprio in approcci più digitali e dialoganti che cercano confronto, cercando appoggio in app mobile e strumenti più vicini al loro linguaggio e alla loro velocità – un argomento non inedito qui a Be Unsocial.

Ultima riflessione sul “benessere”, ma non meno importante, riguarda le donne in particolare, spesso più coinvolte nelle spese che riguardano la genitorialità. L’aumento di questi costi sta causando un ritardo (e a volte una rinuncia) ad avere figli.  E non si tratta solo di stress finanziario per le uscite relative alla prima infanzia, ma anche sui costi della scuola. Nel mese dell’educazione finanziaria la già citata Banca Widiba ad esempio conferma ancora una volta la sua posizione in primo piano in termini di divulgazione di cultura finanziaria sostenendo progetti gratuiti con l’obiettivo di accrescere le conoscenze di base sui temi finanziari, assicurativi e previdenziali. In particolare, con alcuni panel dedicati proprio alle risorse economiche finanziarie e budgeting familiare – per costruire un sano bilancio familiare che difenda dagli imprevisti della vita.

Inoltre, c’è un altro tema che riguarda il genere femminile, che va a sovrapporsi: il divario retributivo di genere. Certo, non è l’unica causa di diseguaglianza finanziaria tra uomini e donne, dove spesso concorrono anche servizi generalizzati che non tengono conto di specifiche esigenze delle donne per stabilire una sicurezza economica a lungo termine. In molti casi, la mancanza di sostegno e incoraggiamento impedisce alle donne di raggiungere l’uguaglianza economica sul posto di lavoro, dunque un proprio benessere finanziario. Ecco allora che anche per questo segmento si apre la necessità di un migliore accesso alle informazioni finanziarie, attraverso un’educazione mirata.

A livello istituzionale, in Italia, c’è un Comitato dedicato– promotore del mese dell’educazione finanziaria da due anni ormai- che ha proprio lo scopo di promuovere e coordinare iniziative utili a innalzare tra la popolazione la conoscenza e le competenze finanziarie, assicurative e previdenziali e migliorare per tutti la capacità di fare scelte coerenti con i propri obiettivi e le proprie condizioni. Anche per le famiglie, le donne, e i bambini Alpha, come nel caso del contest online #Risparmioacolori. Più educazione, significa meno ansia finanziaria e più benessere e consapevolezza delle proprie risorse.

Alice Avallone (Asti, 1984) insegna alla Scuola Holden e fa ricerca con l’etnografia digitale per le aziende. Da anni, infatti, unisce scienze sociali e ricerca in Rete per comprendere le relazioni umane online: codici, comportamenti, linguaggi. In passato ha scritto una guida di viaggio con la rivista Nuok (Bur), il manuale Strategia Digitale (Apogeo), e ha curato il libro Come diventare scrittore di viaggio (Lonely Planet). Per Franco Cesati Editore ha pubblicato il saggio People Watching in Rete. Ricercare, osservare, descrivere con l’etnografia digitale e il manuale di scrittura per il turismo Immaginari per viaggiatori. A inizio 2021 è tornata in libreria con #Datastories. Seguire le impronte umane sul digitale per la collana Tracce di Hoepli.

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