Visualizzare le generazioni: parola a Eleonora Ingannamorte

Eleonora Ingannamorte si è diplomata a giugno alla Scuola Holden, specializzandosi in Digital Storytelling. Un groviglio di interessi, occupazioni e relazioni è un’immagine che le si addice. Ama le narrazioni che lasciano il brivido sulla pelle e cerco di ricrearne di simili, in qualsiasi forma, dall’analogico al digitale. Come progetto di fine biennio, ha presentato Monumenti, un’idea di piattaforma di cartografie interattive.

Attraverso la visualizzazione di dati esplora i trend che sono diventati rappresentativi di una generazione. Restituisce delle istantanee di come queste tendenze si siano modificate, adattandosi di volta in volta alle urgenze di un preciso momento storico e di chi lo ha vissuto. Lo fa passando attraverso musica, libri, l’analisi dell’alternanza delle parole “speranza” e “disperazione” nelle maggiori testate giornalistiche italiane, o attraverso il modo in cui viene raccontato l’amore nei film nel corso degli anni, le tematiche affrontate dai vincitori dei Nobel per la letteratura.

Il suo Monumenti vuole offrire una diversa prospettiva per guardare il mondo e come le diverse generazioni lo hanno abitato. Osservare, collegare, riempire di senso i dati. Su questi, ipotizzare quali potrebbero essere le tendenze che verranno. Un progetto che non poteva non appassionarci. Ecco la sua presentazione, con due tavole di dati molto interessanti.

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Mi chiamo Eleonora, ho 25 anni e sono una Millennial. Una volta ho letto che la mia è la generazione che ha meno rapporti ed è la più depressa da sempre. Quando ho letto questo dato mi è venuta in mente mia madre che mi dice sempre che questi dovrebbero essere gli anni più belli della nostra vita. Così ho pensato che doveva essere successo qualcosa, che qualcosa doveva essere andato storto fra i suoi vent’anni e i miei vent’anni. Cercando di capire cosa fosse successo è nata l’idea di Monumenti.

Monumenti vuole essere una piattaforma interattiva che attraverso la visualizzazione di dati indaga fenomeni, contenuti o avvenimenti che sono diventati rappresentativi di una generazione. Quello che ho imparato è che i dati sono uno strumento che ha una forte capacità di rappresentare la realtà.

Vi racconto di quando mi sono resa conto del potenziale dei dati. Nel 2008 avevo 14 anni, frequentavo la prima liceo e i telegiornali avevano iniziato a riempirsi di una parola: «crisi». Mi sono resa conto di come a furia di sentir ripetere questa parola – «crisi» –, sono cresciuta terrorizzata dal mondo che mi stavo preparando a vivere come un’adulta. Ricordo il timore con cui mi sono iscritta a lettere, scegliendo un percorso che mi avrebbe portata un giorno a confrontarmi con un mondo in cui «c’era la crisi». Ecco quindi la mia enorme sorpresa quando ho deciso di mappare gli articoli delle maggiori testate giornalistiche italiane degli ultimi ventidue anni. Questa tavola mostra la mappatura delle parole «speranza» e «disperazione» negli articoli del Corriere della sera dal 1997 al 2019.

In questa tavola i dati raccontano che la parola «disperazione» in realtà eclissa la parola «speranza» solo in un ristretto arco temporale, dal 2008 al 2014, mostrandomi come, negli anni a venire, la crisi che tanto temevo era una mia percezione, non la realtà. I dati in questa tavola mi raccontano anche che proprio in quegli anni c’erano ragazzi, ventenni, che si stavano diplomando o laureando preparandosi a iniziare a lavorare in un mondo dove «c’era la crisi» e che probabilmente questo ha contribuito a creare in quei ragazzi, in quei ventenni, frustrazione e paura nei confronti del futuro.

Lo stesso procedimento si può fare con altri contenuti e fenomeni. Per esempio andando ad analizzare come sono cambiati i film d’amore nel corso degli anni. Questa tavola racconta di come negli anni immediatamente successivi ci sia stato un’esplosione di film a tema LGBT: erano gli anni del boom dei social network, i vip iniziavano a fare coming out sui propri canali personali e così si creavano le prime fondamenta dell’orgoglio arcobaleno, che solo qualche anno dopo sarebbe arrivato a invadere le piazze delle principali città italiane.

Monumenti fa proprio questo: esplora i trend che sono diventati rappresentativi di una generazione, i loro monumenti, cercando di connetterli a ciò che succedeva intorno, cercando di connetterli a chi li viveva. Restituisce delle istantanee di come queste tendenze si siano modificate, adattandosi di volta in volta alle urgenze di un preciso momento storico e di chi l’ha vissuto. Si tratta di osservare, collegare, riempire di senso i dati. Su questi, ipotizzare quali potrebbero essere le tendenze che verranno.

Quindi ecco: ogni tanto tutto può apparire incasinato e complicato, così come può apparire complicato e incasinato il mondo dei dati. Ma se guardi bene, se gli dai una logica, acquistano senso e possono raccontare infiniti mondi e infinite storie.

Eleonora Ingannamorte

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