“Il Covid-19 aveva dato vita a una nuova, energica, community: quella dei sovversivi maniaci della pulizia. Armati di una connessione Internet, di una lista dei lavori casalinghi da smarcare e di un ripostiglio zeppo di prodotti per la pulizia, gli hacker domestici in queste settimane si sono connessi a livello globale per un unico grande obiettivo: trovare il modo di sconfiggere lo sporco, ovunque, e con qualsiasi mezzo.”
Il secondo episodio del podcast Umano Digitale è dedicato alle abitudini, vecchie e nuove. Ad esempio, a quelle che abbiamo integrato durante il primo lockdown. In questo contesto, gli Home Hacker sono un fenomeno davvero molto interessante. In fondo, il Covid-19 ha costretto il mondo intero a ripensare alla propria igiene, nonché alla pulizia del nostro habitat casalingo. In tutto il mondo, gli “hacker domestici” hanno condiviso suggerimenti rapidi e improvvisati per riordinare, sfruttando il potenziale virale dei social media per rendere più felici le faccende domestiche. Dai limoni al microonde ai soffioni della doccia con bicarbonato di sodio e aceto, questi “hack” hanno offerto un’alternativa alle soluzioni più convenzionali.
Personalità online come CleanMama (664.000 follower su Instagram) e WhatsUpMoms (più di tre milioni di abbonati YouTube) stanno contribuendo a favorire un senso di solidarietà tra pulitori seriali. In Italia, invece, popolare è il gruppo Facebook delle “sciacquette” (quasi 240.000 membri), collegato al più ampio netowork de Le Econome. Il tratto comune? Persone, soprattutto donne ma non solo, che trovano gioia nello scovare nuovi modi per pulire, sviluppando nel contempo un senso di cameratismo online attraverso la condivisione di metodi di pulizia – dalle macchie sul divano alle fughe delle piastrelle.

Un altro motivo del successo di questi gruppi è nell’eco-coscienza, che porta a evitare sostanze chimiche aggressive. Secondo una ricerca del 2018, il 53% delle persone in tutto il mondo è spesso o sempre influenzato da quanto siano etici, ecologici o socialmente responsabili i prodotti per la cura della casa e il bucato al momento dell’acquisto. Non solo: una crescente consapevolezza riguardo le sostanze chimiche nocive in molti beni di consumo sta alimentando il desiderio di disintossicazione. I detersivi acquistati in negozio contengono spesso vari ingredienti dannosi, come candeggina, ammoniaca e fragranze aggiunte, che possono causare irritazioni al naso e agli occhi, nonché asma e allergie, se usati sempre. Dunque non sorprende che la maggior parte degli hack fai-da-te là fuori contengono ingredienti naturali come aceto, succo di limone, bicarbonato di sodio, amido di mais e sapone di Marsiglia. Inoltre, c’è anche il fattore prezzo a entrare in gioco: sono più economici.
Nel frattempo, alcuni brand hanno riscontrato successo prendendo di mira specifici problemi domestici. Datanti alle tante idee online su come pulire un forno usando ingredienti naturali come sale, limoni e aceto, la società britannica Astonish ha lanciato una pubblicità televisiva per promuovere l’efficacia del suo detergente specializzato in forno e grill. Qui il messaggio è chiaro: nessuna seccatura, niente di tossico o dannoso, nessun bisogno di guanti, non richiede ore di lavoro e pulisce l’intero forno, compresa la porta a vetri. La campagna promuove anche un senso di comunità incoraggiando gli utenti a condividere i propri risultati tramite l’hashtag #astonishingresults. Ma basterà per gli hacker domestici?
Un insight collegato al tema è infine la mentalità fai-da-te. Dall’uso della crema da barba per le macchie sui tessuti all’impiego del detergente per tappeti per rinfrescare i materassi, le persone adottano sempre più un approccio alchemico alla pulizia, usando i prodotti per la casa in modi non previsti. La Rete pullula di pezzi che ne raccontano i benefici.
Insomma, non vi resta che passare all’ascolto!
Alice Avallone (Asti, 1984) insegna alla Scuola Holden e fa ricerca con l’etnografia digitale per le aziende. Da anni, infatti, unisce scienze sociali e ricerca in Rete per comprendere le relazioni umane online: codici, comportamenti, linguaggi. In passato ha scritto una guida di viaggio con la rivista Nuok (Bur), il manuale Strategia Digitale (Apogeo), e ha curato il libro Come diventare scrittore di viaggio (Lonely Planet). Per Franco Cesati Editore ha pubblicato il saggio People Watching in Rete. Ricercare, osservare, descrivere con l’etnografia digitale e il manuale di scrittura per il turismo Immaginari per viaggiatori. A inizio 2021 è tornata in libreria con #Datastories. Seguire le impronte umane sul digitale per la collana Tracce di Hoepli.