* illustrazione di Edward Maleffo
Concordiamo!
Il titolo di questa prima newsletter non è incoraggiante, ma non possiamo ignorare la crisi che stiamo attraversando e che sarà ancora un Natale complicato per tanti. Della crisi ne abbiamo scritto in uno speciale qui, e non vi tediamo oltre. Intanto, ognuno fa il suo. A inizio stagione, Google ha aggiornato il suo strumento di ricerca per aiutare le persone a trovare le migliori offerte sui regali contro l’aumento dell’inflazione; supermercato tedesco Penny offre un po’ di speranza davanti a una società che si sta sgretolando a causa delle divisioni culturali e politiche; Disney ha lanciato una campagna per le famiglie che potrebbero trovarsi in difficoltà finanziarie durante il Natale a causa del costo della vita. Al contempo, almeno negli Stati Uniti, sembra che si stia un po’ sfaldando il consumismo.
Detto questo, abbiamo una buona notizia. Già, perché se dovessimo riassumere le nostre previsioni per il 2023 sarebbero tutte contenute in una parola: naso. O meglio ancora, in una formula: andare a naso. Ci lasceremo guidare più dall’istinto, insomma. Andremo a caccia di soluzioni e situazioni più confortevoli, cercheremo di proteggerci e salvaguardare ciò a cui teniamo di più. E lo faremo senza passare da corsi di formazioni e scelte personali di vita. Torneremo a lottare con la pancia e con il cuore per le cose in cui crediamo, e cercheremo di mettere insieme i cocci di una la frammentazione sociale che si fa sentire forte. Non lo faremo perché “a Natale siamo tutti più buoni”, ma perché progettare connessioni significative è l’unica cosa che conta fare in un’epoca dove la coesione – online, offline, non fa differenza – è ampiamente in declino. Lo faremo perché ne abbiamo umanamente bisogno, non perché lo studieremo strategicamente a tavolino.
Che poi, la nostra è una previsione, ma anche un augurio.

Tra l’altro, come scrive Beniamino Pagliaro, founder di Good Morning Italia, “l’anno che verrà ci deve raccontare se avremo la forza di imporre un’idea e non subire soltanto l’inerzia del passato. Dopo la pandemia, dopo la guerra, dopo il ritorno furente dell’inflazione, il 2023 rischia di essere soprattutto un anno di passaggio.” Questo è il link per scaricare gratuitamente L’anno che verrà. A pagina 58 ci siamo anche noi, a parlare dello spessore umano degli small data, e di come possono aiutare a cavarcela e capire meglio l’orizzonte davanti a noi. Se poi degli small data (e dei futuri) volete saperne di più, c’è anche un percorso alla Scuola Holden… ma questa è un’altra storia.
Adesso un carico leggero di link, che siamo stati pesantoni.
Ricevete sempre il regalo sbagliato? Pinterest pone fine allo strazio.
Non siete convinti delle luci di Natale in casa? Idee per il prossimo anno.
Pranzo del 25? Ecco cosa accadeva sull’Apollo VIII nel 1968.
Se non vi siete ancora organizzati con la playlist, eccone qui una.
E per chi volesse fare etnografia natalizia c’è un archivio da scoprire.
Il Natale, comunque, rimane una festa paradossale. Parola di Martyne Perrot.

Ah, fermi tutti. Abbiamo ancora qualcosa da dire. Anzi, ve la dice Primavera Contu, che dai nostri partner Pensiero visibile è approdata anche tra le pagine di BeUnsocial.
“Se c’è una cosa, anzi un paio, che gli ultimi due anni ci hanno insegnato, è che 1) non vogliamo più sentire la parola “resilienza” 2) nessuna convenzione è immutabile, neppure quel pilastro dell’immaginario collettivo che è il Natale. Due inverni in lockdown ci hanno costretti a ripensare l’impensabile, a decostruire le tradizionali rimpatriate numerose dei giorni di festa e a trovare nuovi modi per celebrare. E, per molti, c’è stata una scoperta rivelatrice: un 25 dicembre in versione minimal non è poi così male.
Ma, tra la crisi energetica e quella climatica, come affrontare un Natale in ristrettezze e continuare a chiamarlo “festa”? C’è chi, come l’autore e giornalista Jake Flanagin, rifiuta in toto la spinta consumistica pur adorando il periodo natalizio in ogni altro aspetto, e chi invece storce il naso su addobbi e luminarie, ma non rinuncia ai doni; chi desidera spendere meno e chi si preoccupa dell’impatto ambientale. Noi abbiamo raccolto 10 consigli per dei regali a prova di crisi: idee economiche (ma di qualità) e, dove possibile, sostenibili, per allentare la pressione e concedersi un Natale meno stressante. E provare a non perdere il buonumore, neanche quando il momento più impegnativo dell’anno ci mette alla prova.”