Le 4 squadre social schierate: il Coronavirus e la polarizzazione

In Italia, il flusso continuo e indistinto di informazioni riguardo la diffusione del Coronavirus ha portato le persone sui social media a cercare punti di riferimento quanto più attendibili soprattutto, per fortuna, nel mondo della scienza – che reagisce a sua volta in modo più o meno allarmistico. Quello che sta accadendo in queste ore, soprattutto su Facebook, è dunque una polarizzazione di tifoserie, aggregate intorno a un luminare piuttosto che a un altro a seconda della misura in cui i propri timori vengono confermati o smentiti.

Come sempre, il nostro breve approfondimento netnografico si limita a mappare le identità culturali di chi si relaziona sui social media, e non ha alcun giudizio sui comportamenti.

IL RAZIONALE TEAM BURIONI

Timore del Coronavirus: 8/10
Per questo pubblico il Coronavirus è… da temere.

Roberto Burioni, medico, accademico e divulgatore scientifico con Medical Facts, attivo come ricercatore nel campo dello sviluppo di anticorpi monoclonali umani contro agenti infettivi.

Il suo forte seguito è stato consolidato dalla precendete battaglia contro il popolo social dei no-vax. I suoi tifosi pensano che le precauzioni non siano mai troppe ed è considerato “portatore sano di verità scientifiche imperdibili”. In particolare, vederlo in televisione è rassicurante, anche se in molti non digeriscono il fatto che sia spesso ospite di Fazio.

È percepito come una figura autorevole, ideale anche per il Governo. Ha la tempra di un politico, ma con un background di medico, il che lo rende ancora più carismatico.

L’avversario numero uno è la dottoressa Gismondo – apostrofata da Burioni come “la signora del Sacco” – considerata poco attendibile soprattutto per le false stime e speranze che dà.

L’AFFETTUOSO TEAM GISMONDO

Timore del Coronavirus: 6/10
Per questo pubblico il Coronavirus è… da tenere solo sotto controllo.

Maria Rita Gismondo, direttrice responsabile di Macrobiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze, il laboratorio dell’Ospedale Sacco di Milano.

Esempio di impegno e professionalità, viene seguita soprattutto perché si occupa in modo diretto e sul campo del Coronavirus con il suo staff. La comunicazione della Dottoressa è decisamente meno allarmistica e più affettiva, anche quando si rivolge ai suoi collaboratori come “angeli”. Questo linguaggio porta le persone a mostrare molto coinvolgimento emotivo.

I suoi tifosi la sostengono nei suoi tour de force in laboratorio, la ringraziano (“Grazie per queste ore di sacrificio”) e si offrono di aiutarla (“Brava, grazie e come possiamo essere d’aiuto?”). In sintesi, c’è soprattutto un profondo sentimento di riconoscenza, che porta alcuni anche a chiamare la dottoressa per nome.

LO SCETTICO TEAM CAPUA

Timore del Coronavirus: 5/10
Per questo pubblico il Coronavirus è… un virus reale ma ingigantito.

Ilaria Capua, virologa nota per i suoi studi sui virus influenzali e, in particolare, sull’influenza aviaria, dirige un dipartimento dell’Emerging Pathogens Institute dell’Università della Florida.

I supporter non sono ipocondriaci e concordano sul fatto che più che un’emergenza sanitaria, sia una “sindrome influenzale da Coronavirus”, così come definita dalla virologa. Tutte le precauzioni adottate sono esagerate per questa squadra, così come i titoli dei principali quotidiani alquanto inopportuni.

Viene considerata una fonte molto ragionevole: “Ilaria Capua mi sembra la più ragionevole e coi piedi per terra, la sto seguendo da 2 settimane, e dice cose molto sensate… a dispetto di altri che seminano il panico che è l’anticamera della intolleranza, il razzismo e la violenza.” L’avversario principale, in questo caso, è Burioni.

Per di più, la dottoressa Capua viene percepita come un’eccellenza italiana allontanata dal proprio Paese (“mediocre”), dunque da prendere ancora più in considerazione.

IL MEDIATICO TEAM VILLA

Timore del Coronavirus: 4/10
Per questo pubblico il Coronavirus è… soprattutto un caso mediatico.

Roberta Villa, giornalista laureata in medicina e chirurgia, è molto attiva sui social, dove sta sperimentando un approccio semplice e confidenziale alla divulgazione.

Portata alla ribalta del grande pubblico per alcune chiacchierate video con Marco Montemagno, la divulgatrice Villa ha incrementato il suo seguito proprio con il Coronavirus. Le persone apprezzano il suo tono pacato, il fatto che risponda a molti dei commentatori, e il suo uso di un linguaggio “comune”, senza paroloni.

Una delle fonti di Roberta Villa è Matteo Bassetti, direttore della Clinica delle malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova e Professore Ordinario di Malattie Infettive all’Università di Genova. Tra tutte le voci, la sua è in assoluto quella meno allarmistica.

Alice Avallone (Asti, 1984) insegna alla Scuola Holden e fa ricerca con l’etnografia digitale per le aziende. Da anni, infatti, unisce scienze sociali e ricerca in Rete per comprendere le relazioni umane online: codici, comportamenti, linguaggi. In passato ha scritto una guida di viaggio con la rivista Nuok (Bur), il manuale Strategia Digitale (Apogeo), e ha curato il libro Come diventare scrittore di viaggio (Lonely Planet). Per Franco Cesati Editore ha pubblicato il saggio People Watching in Rete. Ricercare, osservare, descrivere con l’etnografia digitale e il manuale di scrittura per il turismo Immaginari per viaggiatori. A inizio 2021 è tornata in libreria con #Datastories. Seguire le impronte umane sul digitale per la collana Tracce di Hoepli.

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