Se sui colori Pantone dell’anno si può discutere, sul Millennial Pink e tutte le sue sfumature più calde non ci sono dubbi: è il colore più rappresentativo della Generazione Y. Lo hanno dimostrato le passerelle, le vetrine, gli arredamenti dei negozi, gli infiniti fenicotteri gonfiabili.
E la barbabietola rossa. Sì, proprio lei, la rapa: piena zeppa di fibre, sali minerali, vitamine. chi l’avrebbe mai detto che un giorno sarebbe stata associata a qualcosa di tendenza? Qui a Be Unsocial, negli ultimi tempi, abbiamo iniziato a collezionare indizi. È il caso di Cameo, ad esempio, con la sua pizza surgelata con la base hot pink di barbabietola.

Oppure del riso dell’azienda Gli Aironi venduto da Eataly.

Tasso di instagrammabilità: 100 su 100.
In realtà, da sempre dalla barbabietola si estrae il colorante naturale rosso E162, ma mai come in questo periodo storico così attento alla salute e alle diete vegetariane è proprio il tubero a essere messo in primo piano.

In fondo, è diverso per una caffetteria proporre un cappuccino alla barbabietola rispetto a uno con della polvere colorante (che, per inciso, potete acquistare anche su Amazon).

In Rete, le ricette di impasti e preparazione a base di barbabietola si sprecano: fusilli e spaghetti rosa, hummus rosa, maionese rosa. Tutto così rosa che sembra quasi di essere catapultati nel mondo di Barbie.

Tra gli accostamenti preferiti c’è quello con il verde, con ciuffetti di insalata, basilico o fettine di avocado. La foto e la condivisione social è assicurata.

Pantone ha codificato il colore con il nome di Beetroot Purple. La tendenza ha contagiato anche altri settori, come quello dell’abbigliamento sportivo (qui il caso di Fila tra i tanti).



Un’ottima risorsa se volete approfondire il tema dei colori e cibo: Sensient Food Colors.
Alice Avallone (Asti, 1984) insegna alla Scuola Holden e fa ricerca con l’etnografia digitale per le aziende. Da anni, infatti, unisce scienze sociali e ricerca in Rete per comprendere le relazioni umane online: codici, comportamenti, linguaggi. In passato ha scritto una guida di viaggio con la rivista Nuok (Bur), il manuale Strategia Digitale (Apogeo), e ha curato il libro Come diventare scrittore di viaggio (Lonely Planet). Per Franco Cesati Editore ha pubblicato il saggio People Watching in Rete. Ricercare, osservare, descrivere con l’etnografia digitale e il manuale di scrittura per il turismo Immaginari per viaggiatori. A inizio 2021 è tornata in libreria con #Datastories. Seguire le impronte umane sul digitale per la collana Tracce di Hoepli.