Generazione Z, TikTok e brand: il social media dei nuovi teenager

TikTok è un social made in China (dove è meglio conosciuto come Douyin) che permette alle persone di creare brevi clip musicali via smartphone. La meccanica di base è semplice: registri o scegli una colonna sonora tra quelle disponibili in archivio, giri un video di massimo 60 secondi e lo condividi con tutte le persone presenti sul network. Lanciato sul mercato cinese nel settembre 2016, si è espanso vertiginosamente fino ad arrivare in breve tempo al mondo intero. I creatori, ovvero la società Bytedance, infatti, nel novembre 2017 acquistarono per un billione di dollari Musical.ly, altra popolare piattaforma di micro-mobile-video.

Oggi TikTok fa numeri da capogiro, ha partnership di un certo peso, ed è l’applicazione più scaricata di tutti i tempi, soprattutto dai giovanissimi della Generazione Z, nati dopo il 1995: 500 milioni gli utenti attivi al mese in tutto il mondo; 45.8 milioni di download dell’app solo nei primi quattro mesi del 2018, superando Facebook, YouTube e Instagram. Il resto della storia e soprattutto la reazione di Facebook l’ha raccontata per bene Riccardo Luna su AGI qualche mese fa.

Tra di loro si chiamano “muser”, così come si chiamava la community di Musical.ly prima della fusione. Alcuni sono delle piccole celebrità di questo social media dedicato alle performing arts: si canta (rigorosamente in playback), si balla (sulla musica degli artisti del momento) e si recita (in particolari dialoghi dei teen-movie, anche in duetto con un altro utente).

Secondo un rapporto pubblicato da Tencent in aprile, il 66% degli utenti in Cina sono donne e il 75,5% di loro ha meno di 24 anni. Purtroppo non ci sono ancora dati ufficiali per quello che riguarda il panorama italiano, ma visualizzando il feed nostrano, è facile immaginare come siano numeri verosimili anche per il nostro Paese (con una forte presenza di seconde generazioni). Qualcosa in più però la sappiamo: il profilo ufficiale @tiktok_italy ha 533.000 persone collegate; e i top muser italiani, superano con facilità i 500.000 fan arrivando fino a picchi di 6 milioni.

Le regole del gioco

  1. Si scarica gratuitamente l’app mobile dagli store.
  2. Ci si registra in pochi secondi; il profilo si può modificare solo dopo aver pubblicato il primo video.
  3. Si esplorano i due flussi di contenuti: Seguiti (per le persone che avete scelto di seguire) e Per te (scelti dall’algoritmo del sistema).
  4. Si clicca sul simbolo della casetta per vedere i video, che si scorrono con un movimento verticale del pollice dal basso all’alto. Se invece il movimento del pollice è orizzontale, da destra a sinistra, vedrete il profilo del muser.
  5. Durante il flusso video, una barra a destra vi permetterà di: aggiungere il profilo, mettere un cuoricino di approvazione, lasciare un commento (singolare che l’invito sia: Dì qualcosa di carino…), condividere su altri social e cliccare sulla colonna sonora. In quest’ultimo caso, si aprirà l’archivio di tutti i video che la utilizzano.
  6. La lente di ingrandimento, secondo simbolo del menu orizzontale in basso, permette una ricerca per Utenti, Hashtag e Suoni. Seguono i simboli delle notifiche e del proprio profilo personale.
  7. Al centro, il bottone per girare il proprio video, al quale si possono aggiungere suoni e filtri. Il più usato dai ragazzini italiani, ad esempio, è quello che rende gli occhi azzurrissimi.

La maggior parte dei video è girato con lo smartphone posizionato in un punto stabile (è possibile iniziare a registrare dopo un countdown); meno frequenti invece sono le auto-riprese con il cellulare in mano. I ragazzi appaiono spesso da soli, meno in compagnia, benché ci sia da registrare un curioso e ricorrente coinvolgimento di genitori e di nonni. Le location più frequenti sono la propria casa (cucina, camera da letto, soggiorno, bagno), il cortile interno o la strada davanti casa. A sorpresa, non appare quasi mai la scuola.

Alcune clip sono registrate con telecamere professionali e caricate in un secondo tempo sui social, ma appare subito netta la differenza rispetto al contenuto amatoriale. È il caso ad esempio di Savko, un ragazzo russo che del suo nanismo ha fatto un punto di forza, regalandoci quotidiane clip comiche e auto-ironiche.

I motivi che spingono alla creazione sono cinque, principalmente. Per gioco. È un modo semplice e immediato per conoscere nuove persone: ci si mette in mostra in meno di un minuto e ci si sceglie per l’aspetto fisico. Per colmare una sensazione di solitudine. E spesso, anche una scarsa (o nulla) autostima. Per passare il tempo e riempire i momenti di noia. Per coltivare e condividere le proprie passioni, come il disegno. Per sentirsi compresi dai coetanei, anche se geograficamente distanti. Ma vediamo alcune tipologie di contenuto condiviso…

Canzoni in playback

Il tema preferito è la parodia della canzone Voglio ballare con te di BabyK, firmata da iPantellas & Favij: Ricomincia la scuola. “La scuola è quasi alle porte e giuro che mi sparo in fronte, quest’anno sognavo di essere bravo, sì come un secchione, invece avrò il solito 3.

Va per la maggiore anche una filastrocca ironica sulle regioni italiane, che vengono nominate tutte tranne il Molise. Ogni ragazzo la interpreta in modo diverso, chi con le mappe dell’atlante scolastico, chi con le foto sull’iPad, e altri con disegni.

Doppiaggio di testi tratti da Wattpad, da teen-movie
(Twilight e Harry Potter in testa) e serie tv

A volte, creano dei veri e propri duetti — una delle funzionalità avanzate di TikTok, che permette di agganciare il proprio video a quello di un’altra persona. Funziona molto tra ragazzini che vogliono flirtare oppure coppie già formate, come dimostra questa compilation.

Molte ragazzine tendono a mettersi così in mostra e allo stesso tempo, attraverso il testo, sminuirsi: “Si, non sono bellissima ma va beh” oppure “di solito lo fanno quelle belle, lo so che faccio schifo”. E invece, spesso sono anche davvero oggettivamente molto carine.

Balli, danze e movimenti sensuali

Il filtro che crea uno specchio virtuale nella parte inferiore dello schermo è il must.

Le barzellette

Sembra di essere tornati ai tempi di La sai l’ultima? con Pippo Franco: freddure, colmi (che tra l’altro non fanno quasi mai ridere) e storielle di Pierino sono un evergreen, c’è poco da fare. Non è il solo ritorno agli anni Novanta. Ci sono anche svariati giochini che si possono fare con la calcolatrice, come ad esempio scrivere 19937, capovolgere lo strumento, e decifrare la parola: LEGGI. Oppure, vengono digitati i numeri di questa storia: “nel 1958 (1958) una ragazza (1) si imbarcò su una nave con 5 marinai (5) per i 7 mari (moltiplicazione della cifra ottenuta per 7). Dopo un naufragio i marinai si persero. Chi rimase? Girando la calcolatrice, si scopre la sequenza numerica: 1370705 (SOLOLEI).”

Disegno, calligrafia, arte

Inganni ottici, giochi di prestigio e di mano

Grazie alla possibilità di girare qualche secondo di video, interrompere (staccando il pollice dal tasto tondo con il + centrale) e riprendere la registrazione, molti ragazzi creano video interessanti.

Non è raro vedere attivate anche le cosiddette Sfide, dove altre persone provano a emulare l’impresa in corso. Tra le ragazze, è in voga la sfida dei giubbotti: si infilano quante più giacche, felpe e maglie con zip addosso è possibile, e poi devono sfilarsele via in 60 secondi a tempo di musica.

Ma c’è da dire che anche i ragazzi non sono da meno, e si misurano con allacciamenti di scarpe originali e prove di… rossetto (il gioco in questo caso consiste nel darsi tre tocchi verticali ben distanziati sulle labbra, per poi muoverle orizzontalmente così da distribuire il make-up su tutta la superficie).

Tutorial, sopratutto di make-up

Per i capelli, è virale un metodo per fare i boccoli naturali con l’aiuto di una bottiglietta di plastica vuota.

Genitori (e parenti vari) attori

Tema della famiglia che viene affrontato anche con toni molto scherzosi, portando alcuni ragazzi a imitare (e così rappresentare) l’intero nucleo!

Video e audio originale

Rarissimi, ma ci sono e non hanno nulla di diverso dalle Instagram Stories. Per i ragazzi, è un buon modo per relazionarsi direttamente con i propri fan e usano questo approccio quando vogliono fare un commento, una domanda o un’apertura più personale.

* * *

Non possiamo liquidare TikTok come un fenomeno tardo-adolescenziale, e non solo per i numeri stratosferici. Questo social media, a differenza di quelli abitati dai Millennial e i loro genitori, mette al primo posto la creazione di contenuti leggeri, brevi, molteplici e visibili, per usare termini calviniani. Chiunque può essere creatore, senza aver l’ansia del sapere cosa creare: le fonti di ispirazione qui sono infinite, e non ci sono le aspettative che si generano davanti a YouTube.

Come viene spiegato qui, la ByteDance si definisce innanzitutto un’azienda di intelligenza artificiale, con migliaia di ingegneri e un proprio laboratorio di intelligenza artificiale guidato da ex dirigenti di Microsoft Research Asia. La sua competenza principale consiste nell’utilizzare l’apprendimento automatico e gli algoritmi per determinare quale tipo di contenuto potrebbe piacere a determinati utenti, in base a ciò che hanno visualizzato in precedenza.

A differenza di Instagram, dove vedi solo i contenuti pubblicati dalle persone che segui, su TikTok ti vengono mostrati contenuti di creatori che non hai mai visto prima, così che si possa costantemente scoprire nuovi creator. Quello che una volta veniva fatto sulla Smemoranda in classe, oggi trova un pubblico potenzialmente mondiale. Sono creatori che hanno l’urgenza di avere un dialogo con chi è dall’altra parte dello schermo, e la scusa sono proprio questi sessanta secondi.

Gran parte della popolazione di TikTok ha un bacino di fan che fa impallidire qualsiasi piccolo-medio influencer di Instagram. In Cina è già plapable l’influenza che i giovanissimi possono esercitare. “Douyin milk tea” alla popolare catena di té cinese CoCo significa qualcosa come “tè al latte caramellato con budino d’orzo, zero zucchero, senza ghiaccio”, e questo solo perché un influencer del social ha scoperto che questa combinazione aveva un sapore particolarmente delizioso.

Artisti musicali, produttori di cultura e aziende italiane (e le loro agenzie) che si rivolgono alla Generazione Z dovrebbero iniziare a studiare questo social media per comprendere a fondo usi, costumi e comportamenti del loro ambito pubblico – che come dice il New York Times sta riscrivendo il mondo. Proprio qui, nel loro habitat naturale.

Calvin Klein ci ha provato la scorsa primavera con la campagna #MyCalvins, attraverso video esclusivi e sfide legate ad hashtag nativi, incoraggiando i contenuti generati dagli utenti. L’iniziativa ha incrementato di 10 volte il coinvolgimento ottenuto dalla campagna della primavera di tre anni prima con Justin Bieber. Il racconto completo lo trovate qui.

L’incentivo alla produzione di contenuti in questi mesi è stata aiutata anche dal lancio di contest, come quello del Roma Film Fest o del White Street Market in Italia.

Il Liverpool FC ha aperto qualche settimana fa il suo canale su TikTok, questo, per intercettare e fidelizzare i tifosi più giovani a livello internazionale. Vengono trasmessi filmati del dietro le quinte del club, come momenti di allenamento, clip divertenti e celebrazioni per i gol dei giocatori della squadra. Ma da sempre è una squadra attenta ai social media, in effetti: ha già un seguito di 66 milioni di fan su altre piattaforme e sono stati il ​​primo club a raggiungere due milioni di abbonati a YouTube.

E ancora, anche la piattaforma di gaming in live streaming Twitch ha preso in considerazione TikTok per diffondere il suo primo gioco brandizzato Twitch Sings – offrendo agli utenti un’impegnativa interpretazione del karaoke. Ci torneremo sull’argomento.

* * *

Intanto, qualche articolo per approfondire.

37 TikTok statistics that will blow your mind [UPDATED 2019]
Influencer Marketing Hub

‘TikTok: When gummy bears singing Adele rule online
BBC News

It’s time to pay serious attention to TikTok
TechCrunch

Inside TikTok, the premier app for firefighters who enjoy lip-syncing to ‘Baby Shark’
The Washington Post

GUESS?, Inc. and TikTok launch first-of-its-kind fashion partnership
Business Wire

Meet TikTok, the social media your kids are watching
Australian Financial Review

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