CursedIN: la rivoluzione via Instagram degli studenti cileni

La notizia in Italia non è arrivata, ma è curiosa. CursedIN è un account Instagram per studenti delle scuole superiori che fanno base a Santiago, acclamato per il suo ruolo nell’avvio di un movimento nazionale per l’uguaglianza in Cile: un percorso verso una nuova costituzione, nato da un semplice video. Ma facciamo un passo indietro. Lo scorso 6 ottobre il governo cileno ha aumentato il prezzo di un singolo viaggio sulla metropolitana di Santiago di 30 pesos (circa 0,04 dollari). Meno di 20 giorni dopo, un milione di manifestanti – oltre il 5% della popolazione della nazione per intenderci – occupò la capitale del Cile, Santiago, per protestare contro il governo. Tale movimento nazionale ha causato almeno 20 morti – e ha anche costretto il governo a scendere a patti sulle richieste di una nuova costituzione. Ma queste proteste non sarebbero mai state possibili senza un piccolo gruppo di studenti delle scuole superiori e il profilo non ufficiale della loro scuola, che ha dato il via alle cose con un singolo video.

Un giorno dopo l’entrata in vigore dell’aumento dei prezzi, decine di studenti dell’Instituto Nacional di Santiago hanno saltato i tornelli in una vicina stazione della metropolitana durante un atto di disobbedienza civile. L’acrobazia è stata registrata, musicata con dello ska e successivamente pubblicata su CursedIN. E proprio quel video, diventato presto virale, è accreditato per aver dato il via all’ondata di proteste che è seguita, anche se l’aumento della tariffa non ha mai influenzato direttamente gli studenti. Ora, forse vi starete chiedendo in che modo un video – pubblicato su un account di nicchia apprezzato da un gruppo senza interesse personale nell’aumento della tariffa – ha creato un movimento nazionale?

I movimenti giovanili non sono mai cosa straordinaria in Cile. Nel 2001, i mochilazos hanno sollecitato il governo sul rendere i trasporti più accessibili agli studenti. Queste proteste sono state seguite dalla Rivoluzione dei pinguini nel 2006 – così chiamata perché gli studenti indossavano spesso le loro uniformi scolastiche simili a pinguini, in bianco e nero, per le proteste. Ma le proteste dello scorso anno sono particolarmente interessanti perché, forse per la prima volta, gli studenti del Cile hanno seguito tendenze simili globali: i giovani oggi agiscono come avanguardie per le riforme sociali, economiche e politiche più popolari. E poiché le persone hanno perso fiducia nei media tradizionali, ci si rivolge sempre più ai social media.

Come diceva un manifestante cileno: “Spegni la televisione, i media dicono bugie! Informati dai social media!“. E infatti è qui che i cileni hanno fatto notizia. Nell’ottobre 2019, il primo mese delle grandi proteste, Statcounter.com ha registrato che il traffico a Instagram è aumentato di circa il 10% rispetto ai numeri di settembre. È stata proprio questa crescente dipendenza dai social media che ha portato alla viralità il video di protesta di CursedIN. Non è stato un colpo di fortuna: la pagina è stata anche in grado di coltivare un tipo speciale di fiducia facendo appello alle dinamiche interne del gruppo. Benché gli account con meme mancano dell’autorevolezza dei media tradizionali, possono però attrarre il pubblico già ricettivo su determinati problemi.

Le manifestazioni del Cile non sono il solo caso di disordini sociali in Sud America, e nemmeno nel resto del mondo. Come sappiamo ci sono proteste a Hong Kong e Barcellona (e in Italia, con le Sardine), e tutte sono guidate dalle giovani generazioni. Ciò non dovrebbe sorprendere, dal momento che il 41% del mondo ha meno di 24 anni. Tra le nazioni latinoamericane, in particolare, i disordini sono diventati quasi normali: i nicaraguensi e i venezuelani stanno combattendo contro l’erosione della democrazia; in Ecuador e Haiti le proteste spingono per affrontare la disuguaglianza sociale. È dunque chiaro che il movimento del Cile rispecchia una tensione sociale: non è una semplice protesta per l’aumento delle tariffe della metro, ma piuttosto uno sfogo per gli anni di oppressione che ha colpito soprattutto i più poveri – come ha detto uno studente cileno in un’intervista con Reuters.

Secondo l’Istituto nazionale di statistica nazionale, oltre la metà della popolazione in Cile guadagna meno di 550 dollari al mese. Nonostante i salari bassi, il Cile rimane un’economia modello tra le nazioni sudamericane: i suoi accordi commerciali rappresentano il 90% del PIL e la nazione ha vissuto solo due anni di recessione tra il 1990 e il 2019 – e infatti i manifestanti locali non negano la prosperità. Negano invece che il benessere sia stato condiviso equamente. I problemi di disuguaglianza aggravano i disordini della popolazione, e la corruzione è intesa come un effetto collaterale politico di un’economia ingiusta: il più grande motore per le generazioni più giovani.

Alice Avallone (Asti, 1984) insegna alla Scuola Holden e fa ricerca con l’etnografia digitale per le aziende. Da anni, infatti, unisce scienze sociali e ricerca in Rete per comprendere le relazioni umane online: codici, comportamenti, linguaggi. In passato ha scritto una guida di viaggio con la rivista Nuok (Bur), il manuale Strategia Digitale (Apogeo), e ha curato il libro Come diventare scrittore di viaggio (Lonely Planet). Per Franco Cesati Editore ha pubblicato il saggio People Watching in Rete. Ricercare, osservare, descrivere con l’etnografia digitale e il manuale di scrittura per il turismo Immaginari per viaggiatori. A inizio 2021 è tornata in libreria con #Datastories. Seguire le impronte umane sul digitale per la collana Tracce di Hoepli.

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