Qualche settimana fa abbiamo chiesto ad alcuni ragazzi come organizzano i loro viaggi, e oggi continuiamo la nostra ricerca concentrandoci sulle giovani donne della Generazione Y e Z: come si organizzano quando viaggiano da sole? Quali precauzioni prendono? Quali stratagemmi adottano per strada o nella scelta di dove dormire? A cosa fanno più attenzione?
I tratti ricorrenti emersi: una buona organizzazione preliminare, la centralità della base di appoggio e una (anche solo eventuale) compagnia sul posto oppure al telefono.
Buona lettura, e buon confronto.
Eleonora Tricarico
copywriter
Gallipoli (LE)
Viaggiare sole, per le donne, non è impossibile come alcuni pensano. Amo la compagnia, ma vivere “in solitudine” l’esperienza del viaggio è affascinante e introspettivo. Insomma, viaggiando in questo modo si capiscono tante cose e si vede il mondo /forse/ in modo migliore. Quando decido di partire sola, solitamente scelgo un ostello centrale e non porto zavorre inutili con me.
Niente macchina fotografica, nessun indumento particolare. Non dare nell’occhio è il modo migliore per non avere spiacevoli intoppi. Da perfetta diffidente non lascio mai incustodite le mie bevande o il mio cibo e, di notte, non mi addentro nei posti inesplorati. Quando percepisco una situazione poco chiara, mi perdo nei luoghi affollati, centri commerciali, musei o viuzze dedicate allo street food. Insomma, da sole o in compagnia, faccio della prudenza la mia migliore amica. Il resto viene da sé.
Martina Crapanzano
content manager
Catania
Mi piace viaggiare da sola, mi permette di godermi il posto che scelgo di visitare a modo mio. Quando lo faccio, le mie decisioni di viaggio non cambiano. Valuto dove dormire in base agli spostamenti e le passeggiate alla scoperta della città considerando ciò che mi interessa di più di quel luogo. Mi piace mangiare fuori e godermi la cucina tipica del posto, quindi mi capita di passeggiare per la città pure dopo cena. Non voglio perdermi l’atmosfera dopo il tramonto, un luogo si trasforma completamente.
Non essendo amante della vita notturna in generale, dopo, torno nel mio appartamento, anche perché spesso mi capita di dover lavorare di mattina presto anche in viaggio. Quando parto con gli amici questo mio atteggiamento non cambia. Nelle situazioni in cui non mi sento a mio agio, come a volte nelle stazioni, cerco sempre di stare vicino aun gruppo di persone. Oppure, se noto qualcosa che non mi convince, mi metto a parlare al telefono. Sono piccoli accorgimenti che non sono sicura facciano la differenza, ma sono un piccolo rito che mi dà sicurezza.

Martina Cerutti
insegnante di inglese
Torino
La prima precauzione che prendo quando viaggio da sola, che sia per piacere o per lavoro, è accertarmi della sicurezza del Paese che andrò a visitare: è inutile negare che una viaggiatrice donna potrebbe essere in alcuni luoghi più vulnerabile rispetto a un uomo. Mi affido al sito della Farnesina per le indicazioni generali e intanto seguo i blog e le pagine FB di altre viaggiatrici come me, che raccontano testimonianze vissute e a mio parere attendibili. In generale prima della partenza tendo a organizzare solo gli spostamenti di massima, sbirciando soprattutto su Lonely Planet e qualche sito dedicato.
Personalmente non sono una viaggiatrice molto tecnologica e decido cosa visitare affidandomi ai consigli delle persone che incontro sul cammino. Per quanto riguarda l’albergo, verifico che si trovi in una zona sicura e viva della città, così da sentirmi sicura di rientrare da sola anche la sera. Ma la cosa più importante è la compagnia, anche quando si viaggia in solitaria: che sia la compagnia di un pranzo o di qualche giorno, è fondamentale sentirsi sempre a proprio agio. Dopotutto, il viaggio lo fanno anche le persone.
Margherita Cardinali
copywriter
Milano
Quando viaggio sola ho due “regole d’oro”: innanzitutto prima di partire mi studio sempre la destinazione, mi segno le cose che mi interessano e cerco di organizzare (a grandi linee) le giornate a mia disposizione. Questo secondo me è molto utile soprattutto per capire ad esempio se nella mia destinazione ci saranno zone più sicure durante il giorno rispetto che la notte. La seconda regola invece il riguarda il pernottamento: preferisco gli ostelli, dove posso sia chiudermie passare del tempo da sola, sia conoscere persone e farmi nuovi amici con cui condividerel’esperienza del viaggio.
In generale penso che chiunque viaggi da solo debba affilare il suo senso dell’orientamento e imparare ad ascoltarsi, perché consigli e guide sono fondamentali per viaggiare, ma a volte può capitare che quello che viene descritto come un’esperienza magnifica da qualcuno, per qualcun altro potrebbe una situazione in cui non ci si sente a proprio agio. Ultimamente viaggio poco da sola, ma gli anni in cui l’ho fatto più spesso sono stati ricchi di avventure, scoperte e nuove conoscenze. Quindi il mio invito è uno: se potete, partite!

Silvia Sala
fotografa
Venezia
Uno dei motivi principali per cui viaggio da sola è che solitamente i giorni a disposizione non coincidono con quelli dei miei potenziali compagni di viaggio. Tuttavia non è l’unico motivo per cui lo faccio e non è nemmeno una scelta forzata: trovo che sia un’esperienza bellissima, da soli si ha la possibilità di prendersi i propri tempi, è più facile parlare con la gente del posto e non mancano i viaggiatori solitari come noi che hanno voglia di condividere il loro tempo.
Non ho mai avuto problemi, sempre con i classici accorgimenti che purtroppo noi donne dobbiamo sempre tenere a mente. Così come qui non cammino da sola in zone poco raccomandabili di notte, la stessa cosa la faccio in viaggio. Da sola comunque sono stata solo in grandi città di paesi ricchi, dove la criminalità non è un grosso problema. Scelgo di soggiornare in ostello dove so che potrò socializzare con più facilità e lo scelgo in una zona centrale. Durante la giornata mi lascio un po’ guidare dall’istinto visto che da sola posso decidere quanto fermarmi, dove fermarmi, quali musei vedere e quali no, fermarmi ogni 4 passi per scattare una foto o attendere la luce giusta senza dover rendere conto a nessuno se non a me stessa.
Luisa Casanova Stua
content e digital strategist
Milano
Io amo organizzarmi in autonomia, studiando prima guide, blog e anche la storia e qualche espressione base della lingua del Paese in cui viaggerò. Insomma, mi piace immergermi nell’atmosfera del luogo così da capirne anche gli eventuali rischi. Per il resto non programmo nulla, a parte sistemazioni e spostamenti e, nel farlo, mi accerto che la sistemazione scelta sia in una zona tranquilla e che gli spostamenti avvengano con mezzi sicuri e, possibilmente, di giorno.
Per strada non adotto particolari accorgimenti, se non quello di non avventurarmi da sola in quartieri rischiosi. Se voglio farlo cerco di farmi accompagnare da qualcuno di fidato, ma, in linea generale, evito. Ovviamente faccio attenzione alle persone con cui parlo, perché viaggiando da sola si conosce molta gente e molto varia, quindi è importante accertarsi che siano affidabili e non minacciose. In generale di solito basta scegliere con cura i luoghi che si frequentano, ma un’attenzione in più non fa mai male. Soprattutto evito di informare persone appena conosciute circa i miei prossimi spostamenti o i luoghi in cui soggiorno o che visiterò prossimamente.

Chiara Prezzemolo
event co-coordinator
Londra
Se ci penso, paradossalmente mi mette più ansia il dover viaggiare da sola per una piccola vacanza piuttosto che lasciare tutto e trasferirmi in una nuova città (cosa che ho fatto già due volte!). In ogni caso, la mia voglia di viaggiare e scoprire posti nuovi ha spesso la meglio e così, presa dall’”euforia del viaggiatore”, senza accorgermi mi ritrovo su un autobus diretto all’aeroporto.
Quando viaggio da sola lo faccio per periodi brevi e di solito prediligo mete abbastanza “affollate” come le grandi città europee. Nella scelta dell’alloggio a volte opto per un ostello, semplicemente per non sentirmi completamente sola, avendo la sensazione che chi é lì sta facendo più o meno quello che sto facendo io. Cerco di uscire per lo più durante la giornata e la sera rimango intorno all’ostello. In ogni caso, una delle cose più importanti è assicurarmi di avere sempre accesso ad internet per avere così la possibilità di prendere un Uber o chiamare qualcuno in caso di emergenza.
Martina Del Cengio
dottoranda
Pisa
L’abitudine a viaggiare da sola e una buona dose di ottimismo mi fanno sempre partire senza timori e con una certa dose di allegra curiosità. Non nego però di adottare alcune strategie che mi fanno sentire più a mio agio: scelgo solo camere individuali in zone che mi ispirano (di solito centrali), la sera evito sempre le strade non frequentate o buie e i gruppi, non faccio mai troppo tardi e uso le cuffie per ascoltare musica così da scoraggiare chiacchiere non gradite. Privilegio la compagnia delle donne o di quei giovani della mia età ai quali mi sento affine.
Adoro conversare in momenti di passaggio (sulla metropolitana, sulla panchina di un parco), ma alla fine preferisco salutare con un sorriso e continuare la mia giornata da sola. Viaggiare in solitaria mi permette di vivere più intensamente l’esperienza: mi piace guardarmi attorno, ascoltare il quotidiano che mi circonda, fare colazione in solitaria leggendo un libro, mangiare da sola percependo gli interrogativi dei camerieri sulle ragioni del mio essere lì. Parlo poco, scatto molte fotografie e mi piace portare a casa un pensiero per chi non è venuto con me. In generale, viaggiare da sola mi fa sentire sempre molto autonoma ed ha contribuito molto alla mia autostima.

Ilaria Piampiani
ufficio stampa
Milano
Ho sempre considerato viaggiare da sola un atto di estrema libertà. L’ho fatto e lo rifarò più volte, perché spesso, si vuole vivere un luogo soli con sé stessi, con i propri pensieri ed emozioni. Ovviamente avere delle precauzioni e considerare eventuali imprevisti aiuta a godersi il viaggio con maggiore serenità. Innanzitutto, parto dalla scelta del mezzo: che sia un volo, un treno o il bus, evito di arrivare la sera tardi a destinazione in modo da non trovarmi da sola e senza poter raggiungere facilmente il mio alloggio.
In relazione a questo, l’albergo o bed & breakfast che sia, evito di trovarlo in zone periferiche e scelgo sempre un quartiere più centrale, in modo da poter raggiungere musei, ristoranti, e luoghi d’interesse in generale, anche a piedi. Quando parto da sola, inoltre, cerco di organizzare il tour molto prima, prendendo nota delle distanze, di ciò che riesco a visitare e delle spese da poter sostenere. In riferimento alla scelta della meta, preferisco evitare luoghi non troppo lontani dalla mia cultura e lingua, in modo da potermi esprimere in una lingua che conosco in eventuali momenti di difficoltà.
Lorena Peci
giornalista e copywriter
Catania
Non mi capita spesso di viaggiare da sola, ma in quelle poche occasioni ho capito quanto importante sia vivere questa esperienza. Viaggiare da sola ti permette di godere davvero di ogni momento e allo stesso tempo può farti sentire insicura; è uno stimolo a divenire indipendenti e autosufficienti. Le precauzioni che prendo di solito sono, credo, abbastanza comuni. Per prima cosa, studio per quanto possibile luoghi e zone della città che mi interessa visitare, cercando di capire come muovermi. Per il pernottamento, l’ideale è trovare un compromesso tra budget e l’essere in una “zona centrale e benservita”.
Nello scegliere, mi aiuta molto parlare al telefono con chi si occupa della struttura: conoscere chi gestisce il luogo dove dormirò, mi da un senso di maggiore sicurezza e mi permette di avere un punto diriferimento in caso di dubbi o problemi. Evito di rientrare tardi e se attraverso un tratto di strada isolato miguardo bene intorno, preferendo sempre vie in cui sono presenti locali. Se camminando mi sento in una situazione di potenziale pericolo, prendo il telefono e chiamo qualcuno, anche se questo/a si trova achilometri di distanza.