Ci sono oltre 1,2 miliardi di persone distribuite nei 54 paesi africani, ma la copertura mediatica del resto del mondo è selettiva, purtroppo, e ha portato una rappresentazione tristemente stereotipata: da un lato ci sono le immagini di carestia, povertà e guerre; dall’altro lato, invece, in netta contrapposizione, la fauna esotica osservata durante i safari di lusso. In questo contesto, il progetto Instagram Everyday Africa sta sfidando le percezioni obsolete.
La sfida del canale è interessante: rappresentare la diversità del continente in tutte le sue forme, sfidando secoli di travisamento mediatico e catturando la realtà della vita quotidiana.

Ecco come nasce il canale. Mentre erano in viaggio nel 2012 per immortalare le conseguenze della guerra civile in Costa d’Avorio, i fotoreporter americani Peter di Campo e Austin Merrell giunsero a un’amara conclusione. Grazie a uno sguardo obiettivo sullo stato delle cose, hanno capito che il conflitto della nazione poteva essere raccontato attraverso il quotidiano. Così, hanno iniziato a documentare la vita delle persone che incontravano con il loro smartphone, dando vita al progetto che oggi raccoglie quasi 400.000 follower.
Con più di 5000 immagini dal luglio 2017, l’account oggi sostiene i migliori fotografi del continente che documentano scene ordinarie anziché quelle estreme, con aggiornamenti che mostrano un po’ di tutto: dai matrimoni ad Addis Abeba in Etiopia, alle sfilate di moda a Lagos in Nigeria – dai venditori dei mercati in Ghana ai bambini che ballano a Kampala, in Uganda.

Instagram è una piattaforma potente per un progetto di questo genere, perché permette alle persone di vedere oltre quello che viene raccontato dai canali più tradizionali. Il successo del progetto è sfociato in un libro finanziato dal crowdfunding, Everyday Africa: 30 Photographers Re-Picturing a Continent, che contiene 267 immagini dell’account e commenti selezionati dei follower.
La cornice freesca di Everyday Africa ha ispirato un movimento globale, con account come @EverydayAsia, @EverydayIraq e @EverydayClimateChange – tutti sotto l’ombrello di The Everyday Projects. E se ve lo state chiedendo, sì, c’è anche @Everyday_Italy.
Alice Avallone (Asti, 1984) insegna alla Scuola Holden e fa ricerca con l’etnografia digitale per le aziende. Da anni, infatti, unisce scienze sociali e ricerca in Rete per comprendere le relazioni umane online: codici, comportamenti, linguaggi. In passato ha scritto una guida di viaggio con la rivista Nuok (Bur), il manuale Strategia Digitale (Apogeo), e ha curato il libro Come diventare scrittore di viaggio (Lonely Planet). Per Franco Cesati Editore ha pubblicato il saggio People Watching in Rete. Ricercare, osservare, descrivere con l’etnografia digitale e il manuale di scrittura per il turismo Immaginari per viaggiatori. A inizio 2021 è tornata in libreria con #Datastories. Seguire le impronte umane sul digitale per la collana Tracce di Hoepli.