BeReal: il feed in presa diretta del primo casual-Instagram

A fine luglio il messaggio era chiaro: a nessuno piaceva come Instagram stesse assumendo le sembianze di TikTok. Certo è che non è solo una questione di interfaccia e algoritmi, ma anche di studiata superficialità nei contenuti di molti influencer, di perpetuati ideali di bellezza irrealistici e di momenti sociali patinati, che spesso hanno come effetto collaterale quello di far sentire inadeguati gli spettatori. È proprio in questo contesto che negli ultimi tempi sta iniziando a farsi largo BeReal. Lanciato nel 2020 dall’ex dipendente GoPro Alexis Barreyat, BeReal è progettato come un antidoto alle piattaforme social media, capace di ostacolare la pubblicazione di contenuti ragionati e curati. Insomma, BeReal propone di sperimentare la condivisione di momenti banali della quotidianità, con scatti semplici, non filtrati, grezzi.

Ma come funziona BeReal? La meccanica dell’app è molto semplice: chi è iscritto alla piattaforma riceve simultaneamente una notifica ogni giorno a un’ora casuale. Dopodiché si hanno a disposizione due minuti per condividere una foto di sé stessi e una dell’ambiente circostante; una foto viene scattata con la fotocamera anteriore, e una con quella posteriore. Dulcis in fundo: è possibile vedere ciò che gli altri hanno pubblicato solo dopo aver pubblicato la propria foto. Non sapendo quando verrà emessa la notifica giornaliera, è possibile venir colti in un momento imbarazzante, e comunque poco opportuno: un elemento di spontaneità e immediatezza che, in fondo, fa proprio parte del fascino dell’applicazione mobile.

Con ben 3,2 milioni di download solo nel primo trimestre di quest’anno, BeReal sta diventando popolare in particolare con i più vecchi dei Millennial e i più giovani della Generazione Z, in quanto sovverte la pressione di presentare il proprio “io migliore” online, alleggerendo l’affaticamento digitale e incoraggiando le relazioni autentiche. La società di venture capital A16Z, che ha investito in BeReal, ha vaultato la piattaforma 150 milioni di dollari, e nel marzo 2022 si è classificata quarta per download nell’App Store di Stati Uniti, Regno Unito e Francia.

I ragazzi si stanno allontanando dai feed troppo curati di Instagram. Lo scorso anno il numero degli Z attivi su TikTok ha superato quelli su Instagram, con 37,3 milioni di utenti sul primo contro 33,3 milioni sul secondo. Nonostante Instagram sia nato come un’app per la condivisione di foto, l’ascesa dei suoi influencer ha evidenziato la potenziale redditività (e lo schema qui sotto stimato dalla società di strategia e comunicazione digitale DeRev lo dimostra), finendo però a far salire la frustrazione per la superficialità e il perfezionismo.

Il movimento #MakeInstagramCasualAgain – e la tendenza dei “foto dump” (serie di scatti vari) fa riflettere e BeReal, con la sua pianificazione impossibile, casca a pennello in questa epoca digitale. Inoltre, si inserisce anche la riflessione sul benessere mentale. Secondo una ricerca di Dove, il 77% delle ragazze ha provato a cambiare o nascondere almeno una parte del proprio corpo (anche attraverso l’uso di filtri) prima di pubblicare una foto di sé stesse; 8 su 10 affermano poi di confrontare il proprio aspetto con gli altri sui social media. BeReal non è l’unica realtà che sta esplorando tale tensione: altre app, infatti, stanno esplorando modalità per avere un impatto positivo sul benessere. Supernova, ad esempio, utilizza un’interfaccia simile ai social più diffusi, ma adotta un approccio più trasparente alla privacy dei dati e alla pubblicità, con il 60% delle sue entrate pubblicitarie destinate a enti di beneficenza.

Un altro ingrediente del successo di BeReal gioca sulla temporalità, portando le persone a collegarsi alla piattaforma una volta al giorno, anziché consultare il feed continuo in qualsiasi momento della giornata, riconoscono il valore della scarsità in un’era di contenuti e notifiche sfinenti. Succede anche con Wordle del New York Times, che consente un puzzle al giorno, o come con l’app di dating Thursday, dove si può inviare messaggi solo una volta alla settimana.

Una domanda resta aperta adesso: riusciranno i brand a rispondere al desiderio di un’estetica casual e non filtrata? Certo è che l’impegno dovrà necessariamente andare verso forme realistiche di interazione online. Un insight importante potrebbe essere proprio nel fatto che noi esseri umani attribuiamo da sempre un valore più alto alle cose che scarseggiano. App come BeReal l’hanno intuito; sono app che danno struttura alla nostra vita online in un momento in cui è fin troppo facile passare ore a scorrere i feed senza una destinazione precisa. Inoltre, in genere avere vincoli ci porta a una creatività maggiore. Sarà interessante vedere come si trasformerà l’uso di BeReal, senza tradirne l’estetica essenziale e la meccanica seriale.

Infine, un’ultima sfida. Provare a trovare un’alternativa all’aggettivo “autentico”, che ha in realtà perso molto significato a causa di un suo uso eccessivo, anche per via dell’abuso da parte di influencer che di autentico, alla fin fine, avevano poco. Rispondere a verità, senza filtri e modifiche, raccontarsi in presa diretta, ed essere comunque interessanti e coinvolgenti non è semplice a lungo termine. Ma, i matrimoni longevi e felici lo dimostrano, non è impossibile.

* * *

Alice Avallone (Asti, 1984) insegna alla Scuola Holden e fa ricerca con l’etnografia digitale per le aziende. Da anni, infatti, unisce scienze sociali e ricerca in Rete per comprendere le relazioni umane online: codici, comportamenti, linguaggi. In passato ha scritto una guida di viaggio con la rivista Nuok (Bur), il manuale Strategia Digitale (Apogeo), e ha curato il libro Come diventare scrittore di viaggio (Lonely Planet). Per Franco Cesati Editore ha pubblicato il saggio People Watching in Rete. Ricercare, osservare, descrivere con l’etnografia digitale e il manuale di scrittura per il turismo Immaginari per viaggiatori. A inizio 2021 è tornata in libreria con #Datastories. Seguire le impronte umane sul digitale per la collana Tracce di Hoepli.

Total
29
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Previous Article

La guerra in Ucraina e la Rete: come stiamo cambiando

Next Article

Convivere con la crisi

Related Posts